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Sala VII "La tessitura"

Sala VII
Introduce a questa sala uno spazio occupato da due telai: uno verticale con struttura molto semplice ad un solo liccio ed uno orizzontale dotato di pedaliera e gruppo di licci. Una serie di immagini e testi descrivono le materie prime di origine animale e vegetale impiegate nella tessitura mentre, sullo sfondo, si possono ammirare immagini di tessitrici nei loro laboratori e tattoo-wall che illustrano diversi tipi di tessitura con tecniche che vanno da quella più semplice a quella più complessa.
Nella grande sala, sia a destra che a sinistra, troviamo esposte coperte da letto provenienti da Orgosolo, Nule, Bitti, Sarule, Bonorva tessute tra fine Settecento e primi anni del Novecento. Proseguendo a destra nelle vetrine ad angolo si possono ammirare due tappeti funebri provenienti da Orgosolo, denominati tapinos de mòrtu.
L’esposizione continua nelle vetrine centrali con esemplari di copricassa e bisacce di varia provenienza, datazione e utilizzazione.
Le vetrine a parete continuano con la collezione di filet, ricami, merletti, buratti, macramè, teli di orbace, di lino, canapa e cotone, strisce ornamentali da letto, collari per buoi, tovaglie e tovaglioli.
Si può approfondire visionando ulteriori materiali contenuti in una serie di cassettiere poste alla base di ogni vetrina a parete.

La lana di pecora sarda è quella più utilizzata nella tessitura tradizionale sarda. Dopo accurate operazioni di lavaggio, si effettuava la selezione, la cardatura e la filatura per trasformare i filamenti, corti ispidi e di diametro irregolare, in filati adatti ad essere tessuti. Seguiva la colorazione con sostanze di origine organica e vegetale mentre coloranti chimici venivano utilizzati per manufatti molto elaborati.
La produzione di tessuti di seta in Sardegna risale al secolo XIV, purtroppo la bachicultura oggi è scomparsa, fatta eccezione per Orgosolo, dove la seta prodotta viene tessuta per realizzare il copricapo femminile dell’abito festivo su lionzu.
Il bisso marino è una fibra simile alla seta che alla pari di altri filati veniva tessuta e lavorata a maglia.
Per quanto riguarda le fibre vegetali, l’uso del lino e della canapa continua ininterrottamente fino agli anni Sessanta del Novecento, dai filati ottenuti si confezionano biancheria da letto e personale. La canapa più grossolana viene utilizzata per la confezione di sacchi, teli da lavoro e cordame anche biancheria nei ceti meno abbienti.
Piantagioni di cotone risalgono al XVIII e XIX secolo, i filati venivano utilizzati nella produzione di coperte e copriletto bianchi ma anche tessuti policromi operati con trame in lana, lino o cotone.


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