Le collezioni comprendono circa 8.000 reperti, prevalentemente abiti, gioielli, manufatti tessili e lignei, armi, maschere, pani, strumenti della musica popolare, utensili e strumenti domestici e di lavoro della Sardegna tradizionale, risalenti in gran parte al periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e il primo cinquantennio del Novecento.
Gioielli e amuletiLa vastissima collezione di gioielli e amuleti del Museo per parte significativa consegue all'acquisizione delle raccolte di ex voto di due importanti santuari di Bitti e del suo circondario. Molti reperti fanno parte integrante dell'abbigliamento popolare (bottoni, spille, catene); altri sono oggetti d'ornamento della persona (orecchini, pendenti, anelli) altri ancora sono amuleti, ex voto e oggetti di devozione (rosari, reliquiari, medaglie, croci). In argento e, in misura minore, in oro, sono lavorati a cera persa, a filigrana, a granulazione, a traforo, a sbalzo, a incisione e sono realizzati in unione con disparati materiali (corallo, conchiglie, pietre fossili, tessuti, cristallo di rocca, pasta di vetro e altri).
Vai alla galleria completaTessiliLa collezione è rappresentata da coperte, copricassa, bisacce, ornamenti da letto, ricami, filet e buratti: esempi di una tradizione tessile praticata in ogni villaggio dell'isola ancora nella prima metà del Novecento e che ha costituito la base su cui si fonda la ben nota attuale produzione artigianale. Per la rarità e l'interesse storico-scientifico si segnala un "tapinu 'e mortu", un piccolo tappeto che la tradizione vuole venisse utilizzato per deporvi i defunti in occasione del compianto funebre.
Abbigliamento popolareIl vestiario popolare della Sardegna suscitò nel passato, in particolare nel secolo scorso, l'interesse di studiosi e di viaggiatori italiani e stranieri per l'arcaicità delle vesti maschili, nelle quali veniva riconosciuta l'eredita' del mondo mediterraneo antico, e per la ricchezza e la varietà di quelle femminili, anch'esse, peraltro, costantemente descritte come esiti tardivi di fogge e motivi della tradizione vestimentaria europea. Sono esposti circa 80 abiti maschili e femminili, e qualche capo d'abbigliamento infantile, quale selezione della vasta raccolta, peraltro in continua crescita, di proprietà del museo. Gli abiti, tutti autentici e realmente utilizzati prima dell'acquisizione museale, sono rappresentativi delle tipologie delle diverse subregioni storico-geografiche dell'isola e vengono esposti a rotazione sia a fini conservativi sia per far conoscere l'intera collezione.
MaschereLe maschere di Carnevale dei pastori e contadini della Barbagia, la regione centrale della Sardegna, con le loro maschere facciali lignee, i campanacci e le pelli di pecora, costituiscono un esempio della persistenza di una serie di manifestazioni che affondano le radici nelle vicende lontane dei popoli del Mediterraneo; le sale dedicate a queste singolari testimonianze espongono le maschere dei Thurpos e dell'Eritaju di Orotelli, dei Boes e Merdules di Ottana e dei Mamuthones e Issohadores di Mamoiada.
Pani tradizionaliIl museo conserva oltre 600 varietà di pani tradizionali, gran parte dei quali ormai da tempo usciti dall'uso; alimento base, comune a tanti popoli del mediterraneo, il pane, attraverso le forme e i gusti più diversi scandiva i ritmi della vita sarda: il succedersi delle stagioni e dei cicli lavorativi, le feste, le ricorrenze familiari liete e tristi; essi documentano uno straordinario e diffuso complesso di abilita' nella modellazione figurativa facente parte come il filare, il tessere, il condurre la casa, del più generale corredo di conoscenze proprio della donna sarda. Le vetrine del museo ne espongono circa cento.
Vai alla galleria completaArredi, utensili e oggetti d'uso domesticoSono esposti numerosi oggetti lignei con lavorazione a intaglio (casse, qualche raro mobile, timbri per pani e dolci, fusi e conocchie, borracce, cucchiai), utensili pastorali in corno lavorato, sughero, ornamenti per buoi, cestini di fibre vegetali risalenti alla fine dell'Ottocento e ai primi anni del Novecento.
Vai alla galleria completaStrumenti musicaliSi possono osservare circa 60 strumenti della musica popolare sarda, insieme a diversi dispositivi e giocattoli sonori; un apparato multimediale consente di sentire il suono e osservare le tecniche d'uso dei diversi strumenti, che costituiscono parte quanto mai viva e significativa, nota in tutto il mondo, della cultura tradizionale della Sardegna.
Le collezioni comprendono circa 8.000 reperti, prevalentemente abiti, gioielli, manufatti tessili e lignei, armi, maschere, pani, strumenti della musica popolare, utensili e strumenti domestici e di lavoro della Sardegna tradizionale, risalenti in gran parte al periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e il primo cinquantennio del Novecento.
Gioielli e amuleti
La vastissima collezione di gioielli e amuleti del Museo per parte significativa consegue all'acquisizione delle raccolte di ex voto di due importanti santuari di Bitti e del suo circondario. Molti reperti fanno parte integrante dell'abbigliamento popolare (bottoni, spille, catene); altri sono oggetti d'ornamento della persona (orecchini, pendenti, anelli) altri ancora sono amuleti, ex voto e oggetti di devozione (rosari, reliquiari, medaglie, croci). In argento e, in misura minore, in oro, sono lavorati a cera persa, a filigrana, a granulazione, a traforo, a sbalzo, a incisione e sono realizzati in unione con disparati materiali (corallo, conchiglie, pietre fossili, tessuti, cristallo di rocca, pasta di vetro e altri).
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Tessili
La collezione è rappresentata da coperte, copricassa, bisacce, ornamenti da letto, ricami, filet e buratti: esempi di una tradizione tessile praticata in ogni villaggio dell'isola ancora nella prima metà del Novecento e che ha costituito la base su cui si fonda la ben nota attuale produzione artigianale. Per la rarità e l'interesse storico-scientifico si segnala un "tapinu 'e mortu", un piccolo tappeto che la tradizione vuole venisse utilizzato per deporvi i defunti in occasione del compianto funebre.
Abbigliamento popolare
Il vestiario popolare della Sardegna suscitò nel passato, in particolare nel secolo scorso, l'interesse di studiosi e di viaggiatori italiani e stranieri per l'arcaicità delle vesti maschili, nelle quali veniva riconosciuta l'eredita' del mondo mediterraneo antico, e per la ricchezza e la varietà di quelle femminili, anch'esse, peraltro, costantemente descritte come esiti tardivi di fogge e motivi della tradizione vestimentaria europea. Sono esposti circa 80 abiti maschili e femminili, e qualche capo d'abbigliamento infantile, quale selezione della vasta raccolta, peraltro in continua crescita, di proprietà del museo. Gli abiti, tutti autentici e realmente utilizzati prima dell'acquisizione museale, sono rappresentativi delle tipologie delle diverse subregioni storico-geografiche dell'isola e vengono esposti a rotazione sia a fini conservativi sia per far conoscere l'intera collezione.
Maschere
Le maschere di Carnevale dei pastori e contadini della Barbagia, la regione centrale della Sardegna, con le loro maschere facciali lignee, i campanacci e le pelli di pecora, costituiscono un esempio della persistenza di una serie di manifestazioni che affondano le radici nelle vicende lontane dei popoli del Mediterraneo; le sale dedicate a queste singolari testimonianze espongono le maschere dei Thurpos e dell'Eritaju di Orotelli, dei Boes e Merdules di Ottana e dei Mamuthones e Issohadores di Mamoiada.
Pani tradizionali
Il museo conserva oltre 600 varietà di pani tradizionali, gran parte dei quali ormai da tempo usciti dall'uso; alimento base, comune a tanti popoli del mediterraneo, il pane, attraverso le forme e i gusti più diversi scandiva i ritmi della vita sarda: il succedersi delle stagioni e dei cicli lavorativi, le feste, le ricorrenze familiari liete e tristi; essi documentano uno straordinario e diffuso complesso di abilita' nella modellazione figurativa facente parte come il filare, il tessere, il condurre la casa, del più generale corredo di conoscenze proprio della donna sarda. Le vetrine del museo ne espongono circa cento.
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Arredi, utensili e oggetti d'uso domestico
Sono esposti numerosi oggetti lignei con lavorazione a intaglio (casse, qualche raro mobile, timbri per pani e dolci, fusi e conocchie, borracce, cucchiai), utensili pastorali in corno lavorato, sughero, ornamenti per buoi, cestini di fibre vegetali risalenti alla fine dell'Ottocento e ai primi anni del Novecento.
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Strumenti musicali
Si possono osservare circa 60 strumenti della musica popolare sarda, insieme a diversi dispositivi e giocattoli sonori; un apparato multimediale consente di sentire il suono e osservare le tecniche d'uso dei diversi strumenti, che costituiscono parte quanto mai viva e significativa, nota in tutto il mondo, della cultura tradizionale della Sardegna.