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Progetto
NASCE “MODAS”, il progetto dell'ISRE per lo studio, la salvaguardia e la promozione del canto a tenore

Venerdì 29 aprile alle ore 10:30 presso l’Auditorium "Giovanni Lilliu" in Via Antonio Mereu, 56 a Nuoro è stato presentato ufficialmente alla stampa e al pubblico “MODAS: Tutela e promozione della pratica del canto a Tenore nel rispetto delle sue espressioni locali”, progetto finanziato attraverso la L. 77/2006 del Ministero della Cultura e realizzato dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico (ISRE) in collaborazione con l’Associazione Tenores Sardegna, l’Associazione Boches a Tenore, e l’Associazione CAMPOS.

Il progetto ha come finalità centrale lo studio, la salvaguardia e la promozione del canto a tenore, pratica musicale di tradizione orale della Sardegna iscritta nel 2008 nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO (Originariamente Proclamato nel 2005 tra i “Capolavori del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità”).

IL PROGETTO
In lingua sarda, Modas indica la pluralità delle espressioni locali che caratterizzano il canto a tenore sardo. Obbiettivo principale del nostro progetto è appunto tutelare e favorire questa ricchezza espressiva che lega il canto e i cantori alle proprie comunità di appartenenza, delle quali sono espressione viva. Per questo motivo, Modas prevede una azione a tutto campo volta alla salvaguardia, allo studio e promozione della pratica musicale: dal censimento del canto legato ad attività di studio, documentazione audiovisuale e ricerca etnografica, alla creazione di una rete del canto a tenore, fino al recupero e sviluppo dei contesti delle funzioni tradizionali e al coinvolgimento delle giovani generazioni attraverso incontri nelle comunità d’appartenenza ed attività didattiche nelle scuole. Tutte le azioni prevedono il coinvolgimento diretto dei cantori favorendo l’interazione tra le comunità.

Le diverse azioni che si intendono sviluppare all’interno del progetto sono quanto mai diversificate e atte a fornire un ventaglio di proposte che favoriscano la ricerca, la valorizzazione e la tutela del canto a tenore nei contesti locali dove questa pratica è inserita, facendo leva sui punti di forza e agendo sulle criticità.

Il progetto “Modas” è cominciato con Il censimento del canto a tenore, una indagine a tutto campo portata avanti al fine di conoscere in termini quantitativi e non solo la situazione odierna della pratica musicale, e la creazione di una rete regionale di cantori, cori, associazioni e enti locali, al fine di favorire una dialettica atta alla creazione di progetti legati al mondo del canto a più voci di tradizione orale della Sardegna, in un’ottica di inclusione e networking tra le realtà locali.

Queste due azioni sono state accompagnate, come detto, dalla documentazione audiovisuale e dalla ricerca etnografica che si è concentrata, in una prima campagna, su dieci diversi paesi compresi nell’area storica del canto a tenore.

Il progetto continua adesso con la sua seconda fase, un fitto calendario di giornate di canto, di scambio e di confronto, interamente dedicate alle comunità e soprattutto alle modas di canto a tenore locali, rivolte sia ai giovani del paese ospitante che ai cantori degli altri paesi appartenenti alla rete. Le attività già calendarizzate in questa fase avranno luogo a Ovodda (6 maggio), Urzulei (12 maggio), Nule (20 maggio), Galtellì (27 maggio), Busachi (3 giugno), Bortigali (10 giugno), Buddusò (17 giugno), Sarule (24 giugno). Altre attività, legate sia al recupero dei contesti performativi storici di questa pratica musicale, sia a laboratori scolastici con scuole elementari, medie e superiori, verranno programmate fino alla fine del 2022.

La direzione tecnico-scientifica del progetto è affidata all’etnomusicologo referente dell’ISRE Diego Pani, mentre il coordinamento delle attività della Rete del Canto a Tenore fa capo al ricercatore Sebastiano Pilosu.

La ricerca etnografica e le attività di censimento dei cantori sono state portate avanti in questa prima fase dai ricercatori Sebastiano Pilosu e Luigi Oliva, mentre la documentazione audiovisuale è stata affidata al videomaker Stefano Zedda.

Punto di incontro delle attività di tutto il progetto, della loro calendarizzazione e inserimento in un sistema d’azione unificato, sarà un sito internet attraverso cui interfacciarsi con i singoli cantori, i gruppi di canto, ma anche ricercatori, appassionati, stampa nazionale e internazionale, operatori culturali, insegnanti e altri attori sociali. Il sito internet www.a-tenore.org si configura come una risorsa dove poter consultare i dati relativi al censimento sui cantori, trovare le informazioni riguardanti il progetto e il calendario delle attività nei diversi paesi, e tutte le risorse multimediali legate alla documentazione e alla ricerca. Tutt’ora, si possono consultare sul sito oltre 140 diversi video di canto a tenore, filmati durante la prima campagna di ricerca. Un'altra importante sezione di www.a-tenore.org è poi quella dedicata alle comunità e alla rete del canto a tenore, che grazie ad un sistema di ricerca permette il focus sui diversi paesi legati al progetto.

"Modas: Tutela e promozione della pratica del canto a Tenore nel rispetto delle sue espressioni locali" è un progetto dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico (ISRE) finanziato attraverso la L. 77/2006 del Ministero della Cultura. “Modas” nasce dalla collaborazione diretta tra l’ISRE e i cantori a tenore, rappresentati dall’ Associazione Tenores Sardegna, che riunisce 50 gruppi di canto a tenore rappresentanti di 50 diversi paesi, dall’Associazione Boches a Tenore, che riunisce circa 25 gruppi di canto a tenore rappresentanti di 25 diversi paesi, e dall’Associazione CAMPOS, che riunisce 500 musicisti e cantori di tradizione orale della Sardegna, tra cui oltre 350 cantori a tenore.


Il Canto a tenore

Il canto a tenore è una pratica poetico-musicale diffusa nel centro nord della Sardegna. Si tratta di un canto polivocale a quattro parti: bassu, contra, boghe e mesu boghe. Ciò che caratterizza principalmente il “tenore” è la presenza delle voci gutturali di bassu e contra, accordate tra esse in intervallo di quinta, che lo rendono un canto unico e inimitabile. la boghe è il solista del gruppo e intona il canto, le altre tre parti lo seguono in accordo, accompagnando il suo canto con suoni gutturali. Se si escludono alcuni canti specifici, nella stragrande maggioranza dei casi la boghe è anche l’unica a pronunciare il testo verbale mentre gli altri cantori pronunciano sillabe nonsense trasformando la loro voce quasi in uno strumento musicale per ottenere un accordo di note e di timbri. Con il termine tenore (oppure cuncordu, cussertu, cuntratu o cunsonu, a seconda delle parlate locali) si indica l’intero quartetto, ma il termine può essere anche usato ad indicare il solo terzetto dell’accompagnamento con voci gutturali. Il termine, quindi, non corrisponde all’omologo termine in lingua italiana, laddove per “tenore” s’intende un solo cantore che canta in un determinato registro vocale; il termine sardo invece è il nome collettivo del gruppo dei cantori e potrebbe meglio essere tradotto con “coro”, in quanto in effetti si tratta di un molto particolare tipo di coro.

Il canto a tenore appartiene al mondo della tradizione orale ed è il principale strumento per l’interpretazione in musica della poesia in lingua sarda: la boghe sceglie il testo poetico da cantare tra quelli appresi oralmente oppure attingendo dal grande repertorio poetico della poesia orale e scritta, e lo interpreta in maniera sempre originale utilizzando i diversi canoni che la tradizione ha costruito negli anni. In base alle forme metriche delle poesie queste saranno proposte a boghe ‘e note, a sa sèria, a sa lestra, a boghe ‘e ballu, a mutos o a gosos (quando si tratta di testi religiosi), o in altre diverse modalità specifiche delle singole comunità. Una delle caratteristiche del canto a tenore sardo è che questo in ogni villaggio assume uno specifico carattere locale denominato “moda” che lo contraddistingue e che di fatto ne fa uno degli elementi dell’identità della singola comunità. Pur trattandosi di una realtà abbastanza omogenea, sia dal punto di vista musicale che culturale in genere, le caratterizzazioni locali rappresentano una ricchezza di espressioni alla quale i cantori stessi e le loro comunità di appartenenza attribuiscono un grande valore. Le caratteristiche specifiche delle diverse modas possono riguardare le tipologie dei canti, le macrostrutture degli stessi, frammenti melodici e connotati timbrici relativi alle singole parti (come, ad esempio, la possibilità di utilizzare o meno il suono gutturale in determinate tradizioni o canti), così come le funzioni che il canto assume.

Salvaguardare il canto a tenore significa perciò salvaguardare le diverse modas dei numerosi paesi in cui la tradizione del canto è presente e viva. Da queste considerazioni, condivise dalla comunità dei cantori, deriva il nome stesso del presente progetto di tutela, denominato appunto “MODAS”.
Quasi a fare da contrappeso a questa frammentazione stilistica delle modas locali, il canto a tenore non utilizza (se non molto raramente) i dialetti locali ma una lingua comune, la lingua della poesia sarda del centro nord Sardegna “su logudoresu”.

Il canto a tenore è partecipe della vita comunitaria e ne accompagna i riti, quelli meno formalizzati ma anche quelli più sentiti e organizzati; svolge di fatto numerose funzioni all’interno delle comunità in cui è praticato. Tra queste è opportuno ricordare quella già menzionata di interpretazione della poesia locale e sarda, l’accompagnamento delle garas di poesia estemporanea, l’accompagnamento delle danze, la preghiera nei riti della paraliturgia delle feste dei santi o, in alcuni paesi, della Settimana Santa e anche il canto dell’amore nelle serenate (anche se quest’ultima funzione sta via via scomparendo).

I contesti e i luoghi nei quali il canto a tenore si esprime sono da un lato quelli tradizionali degli incontri conviviali come le feste e le cene tra amici, il bar (su tzilleri), le cantine private (sos magasinos), le strette viuzze dei centri storici, le piazzette nelle quali i ragazzi si danno appuntamento, le feste paesane e le feste nei santuari campestri, i riti legati alle feste dei santi e, in alcune realtà, le chiese, le sacrestie e le processioni della Settimana Santa; dall’altro lato troviamo i nuovi contesti come il palcoscenico delle serate folcloristiche delle feste e delle sagre, le rassegne di canti organizzate dai cantori stessi, le prove dei gruppi organizzati, i cortili delle scuole superiori, le stazioni dei pullman dei centri principali dove si incontrano gli studenti pendolari, le radio e le televisioni locali che ospitano i tenores (i gruppi di canto) più o meno noti.
La cultura musicale del canto a tenore si è sviluppata, ed è stata tramandata per tradizione orale, quale espressione poetico musicale della più ampia cultura agro pastorale della Sardegna, indicata con il termine di "Pastoralismo", ed era diffusa in ampie aree del territorio regionale. Nel secolo scorso, come è accaduto in tutto il mondo alle culture locali e in particolare nel territorio europeo, la cultura del pastoralismo e del canto a tenore ha subito un deciso ridimensionamento dovuto alla rivoluzione tecnologica, economica, sociale e culturale che ha caratterizzato il secolo. L’area che ha mostrato di conservare meglio le pratiche culturali e sociali connesse con il pastoralismo è quella centrale dell’isola, area nella quale la pastorizia è ancora molto praticata e rappresenta tuttora la fonte di reddito e di sostentamento più importante all’interno delle comunità. L’area di diffusione del canto a tenore coincide in pratica con quest’ultima, alla quale si aggiungono alcune limitate zone del nord Sardegna.

Il cambiamento economico e quindi della struttura sociale dei paesi del centro Sardegna ha fatto sì che oggi i cantori provengano da tutte le categorie sociali e lavorative presenti nelle comunità, si va dal pastore al medico, dall’operaio al docente, dall’artigiano all’impiegato, allo studente. Fortunatamente tra i cantori più assidui, ovvero dei quali capita più spesso di poter ascoltare i canti, vi sono numerosi giovani e addirittura ragazzi, il che fa ben sperare per il futuro del canto a tenore.