Dove e quando: Olbia, centro storico della città. Dal 12 ottobre al 15 novembre 2016. Orari: 16-20
Organizzatore: "Storie di un attimo", Festival Popolare della Fotografia
Collaboratori: Istituto Superiore Etnografico della Sardegna, Menotrentuno 2016, Fototeca di Fermo,Ilisso edizioni, Centro Cinema Città di Cesena
Dal 12 ottobre al 15 novembre 2016 l'ISRE ha partecipato con le mostre
La Sardegna come l'Odissea di
Pablo Volta e
Lollove di
Donato Tore al
Festival "Storie di un attimo", Festival Popolare della Fotografia di Olbia, giunto alla sua quinta edizione.
L’evento si è svolto, come da tradizione, nel centro storico di Olbia con 13 mostre, incontri, proiezioni, workshop e una mostra mercato di macchine fotografiche usate e da collezione.
Sono stati ospiti di questa edizione: Mauro Galligani, che ha fatto un incontro con gli studenti delle scuole superiori della città, Nino Leto, che ha tenuto un workshop sulla professione di fotoreporter ed ha esposto una selezione delle sue migliori immagini, Tatiano Maiore, che ha esposto il suo reportage sul convegno delle avanguardie letterarie italiane di Orvieto del 1976, Antonio Maraldi, direttore dell’Archivio Fotografico di Cesena, e Angelo Turetta, che ha incontrato il pubblico sabato 15 ottobre.
L'edizione di quest'anno ha giovato inoltre di una serie di importanti collaborazioni, come quella con Menotrentuno 2016, la rassegna fotografica internazionale diretta da Salvatore Ligios e Sonia Borsato (che ha messo a disposizione le mostre L'angelo bianco di Niels Ackermann e Lo spazio Intorno di Yevgeny Nakonechnyy), con la Fototeca di Fermo (Il grande teatro del mondo di Mario Dondero), la casa editrice Ilisso (Lo sguardo esterno e Antonio Ballero, lo sguardo fotografico del pittore), con l'Istituto Etnografico di Nuoro (La Sardegna come l’Odissea di Pablo Volta e Lollove di Donato Tore) e con il Centro Cinema Città di Cesena (Viaggio nel cinema italiano di Angelo R. Turetta e Omaggio a Marcello Mastroianni).
Hanno completato il programma espositivo la mostra Tutti i colori del mondo, frutto di un corso tenuto da Serena Carta e rivolto a bambini stranieri residenti in Italia, e l'esposizione The Villasor Factory di Salvatore Ligios.
Come da tradizione, non sono mancati gli incontri con gli autori e tre workshop, uno sulla camera oscura, tenuto da Gavino Canu, uno sulla professione di fotoreporter, tenuto da Nino Leto in collaborazione con Antonio Satta, e uno dedicato ai bambini affetti da autismo tenuto da Andrea Mignogna e Federica Sanna in collaborazione con l’associazione Sensibilmente Onlus.
Lollove di Donato ToreSi tratta di un lavoro di documentazione sul villaggio di Lollove e i suoi abitanti realizzato dal fotografo nuorese Donato Tore negli anni 1997 e 1998, su incarico dell'Istituto Superiore Regionale Etnografico.
La mostra consta di 35 stampe chimiche in bianco e nero e 10 cibachrome colore di 40 x 50 cm , 15 cibachrome in bianco e nero di 20 x 30 cm e alcune immagini di interesse storico messe a disposizione dagli stessi abitanti di Lollove.
Pablo Volta: La Sardegna come l’OdisseaLa mostra si compone di 111 immagini realizzate nell'isola dal grande fotografo italo argentino tra il 1954 e il 1957.
Pablo Volta giunse in Sardegna nel dicembre del 1954 per eseguire una serie di immagini a Orgosolo, in vista di una nuova edizione, illustrata, dell'lnchiesta su Orgosolo di Franco Cagnetta, già pubblicata con grande risonanza sulla rivista Nuovi Argomenti. Appena ventottenne si trovò improvvisamente immerso in un mondo del tutto sconosciuto rimanendone profondamente colpito.
Volta ritornò in Barbagia anche negli anni immediatamente successivi. Nel 1957, tra l'altro, su suggerimento di Cagnetta, si recò a Mamoiada, dove realizzò il primo reportage sui mamuthones e issohadores, resi noti dal saggio di Raffaello Marchi sulle maschere barbaricine, apparso nel 1951 sulla rivista Il Ponte.
Alcune delle immagini realizzate a Orgosolo e a Mamoiada sarebbero state pubblicate nella traduzione in francese dell'Inchiesta su Orgosolo di Cagnetta, edita nel 1963 da Buchet-Chastel con il titolo Bandits d'Orgosolo.
Altre tappe, documentate nell'esposizione, riguardarono naturalmente Nuoro, Desulo Laconi e l'Ogliastra.
Del complesso delle immagini eseguite nel quadriennio 1954/57 la mostra offre un'esauriente selezione, rappresentativa della poetica del fotografo e in particolare della sua capacità di cogliere con discrezione momenti del vivere, della quotidianità e della festa, in una Barbagia poverissima, della quale riesce ad evidenziare l'essenza di una vita fortemente comunitaria, coesa e integrata.
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