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Mostra ANTONI SIMON MOSSA, tra modernità e tradizione
Nell'augurare Buone Feste, l'ISRE ricorda che fino all'Epifania presso il Museo del Costume potranno essere visitate le mostre Antoni Simon Mossa, tra modernità e tradizione e Lo sguardo oltre di Umberto Montiroli.

Le mostre:

Antoni Simon Mossa, tra modernità e tradizione
Antoni Simon Mossa (1916 -1971), cineasta, scrittore, politico e architetto, costituisce una delle figure più poliedriche e complesse della Sardegna nella seconda metà del Novecento.
Il suo animo curioso di esploratore lo porta a indagare il visibile attraverso il filtro della cinepresa che rivela la relazione intima che esiste tra uomo e luoghi di appartenenza.
La sua professione di architetto esplora il difficile equilibrio tra i linguaggi del moderno e della tradizione, in una continua tensione che ricerca la “misura” come strumento della relazione tra uomo e spazi dell’abitare.
La sua pulsione politica lo porta a una profonda riflessione sui destini di una Sardegna che si trova nel momento storico dell’ingresso nella modernità.
Nella mostra sono presenti i disegni originali dei progetti che raccontano i passaggi e le intersezioni tra i primi anni della scuola razionalista e il periodo successivo in cui - a partire dal progetto del Museo del Costume di Nùoro – la tradizione e la modernità coesistono nel sincretismo di un nuovo linguaggio mediterraneo.
Il ventre dell’architetto, sezione cinematografica della mostra, è un’ulteriore tappa del viaggio di studio e di ricerca sui rapporti tra Antoni Simon Mossa e il cinema. Lettere, bozzetti, sceneggiature, foto, appunti di regia e un poderoso manuale, che oggi permettono di riscrivere una pagina importante della storia del cinema della Sardegna.
La mostra è curata da:
ISRE, Istituto Superiore Regionale Etnografico,
Associazione Mastros, segni e progetti per la città mediterranea,
Società Umanitaria Cineteca Sarda.

LO SGUARDO OLTRE - Le foto di Umberto Montiroli sul set di “Padre padrone"
Lo sguardo è puntato sul set, sulla scena che si sta girando. Ma non è l’occhio del regista: c’è un altro sguardo – altrettanto creativo – che racconta la stessa inquadratura attraverso un diverso punto di vista.
Il fotografo di scena è un silenzioso testimone, il primo interprete di un film che sta nascendo sul momento. E così nel suo guardare discreto e riservato, spesso, emergono storie, emozioni, dettagli nascosti dietro il film, dietro i volti della troupe.
Umberto Montiroli è uno dei maestri della vecchia guardia, ha lavorato con grandi registi, soprattutto è stato ed è il fotografo di scena di tutti i film di Paolo e Vittorio Taviani, a partire da Padre padrone.
Osservando le foto di quel set del lontano 1977 il film si arricchisce di altri significati, al di là della documentazione, della memoria: si rivive l’atmosfera delle riprese negli sguardi innocenti e spontanei dei bambini nell’aula scolastica, si indovinano i sentimenti di spaesamento e paura nel volto di Gavino piccolo isolato nell’ovile, risaltano i simbolici gesti di imposizione e ribellione tra padre padrone e figlio, si ritrova l’asprezza di una Sardegna di terra e di pietra.
E soprattutto “parlano” i fuori scena con i fratelli Taviani al lavoro, la posizione della macchina da presa, la possibilità di capire in quali angoli il film è stato girato. Nelle foto di Montiroli, nella sua regia fotografica, si ritrova l’anima segreta di Padre Padrone.
La mostra è concessa dalla Fondazione Sardegna Film Commission ed è visitabile nella sala adiacente l’auditorium del Museo del Costume, in via Mereu n. 56.