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Agenda

Progetto Video Partecipativo
Presentazione all'ISRE del progetto
Video Partecipativo Sardegna
Venerdì 31 marzo 2017 - ore 18:00
Nuoro, auditorium "Giovanni Lilliu"
via A. Mereu, 56


Venerdì 31 marzo, a Nuoro, alle ore 18:00, presso l’auditorium dell’ISRE, “Giovanni Lilliu”, sarà presentato il progetto Video Partecipativo Sardegna, con la proiezione del cortometraggio Nako - La Terra (2016, 30 min.), un documentario realizzato da un gruppo di rifugiati ospiti del centro di accoglienza Agriturismo Donedda, a Sarule (NU).

Per presentare il progetto, oltre a Stefania Muresu e ai filmmaker dell'associazione 4CaniperStrada, interverranno il presidente dell’ISRE , Giuseppe Matteo Pirisi, la direttrice del Servizio Tecnico Scientifico dell’ISRE, Maura Picciau, Felice Tiragallo, antropologo visuale dell’Università di Cagliari e componente del comitato Tecnico Scientifico dell’ISRE e i rappresentanti dell'Archivio delle Memorie, Alessandro Triulzi e Gabriel Tzeggai, che porteranno la propria esperienza offrendo una chiave di lettura sulla migrazione come fenomeno globale. A conclusione della serata verrà proiettato il film Soltanto il Mare (2011, 49 min.).

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IL PROGETTO
Video Partecipativo Sardegna è un’iniziativa promossa dall'associazione culturale 4CaniperStrada: un percorso pluriennale di ricerca etnografica sul campo nell’attuale contesto sociale della Sardegna.
Una sperimentazione di nuovi linguaggi audiovisivi e di tecnica di produzione del cinema partecipativo in cui la fotografia e il video diventano strumenti d’indagine e rappresentazione di fenomeni sociali in continuo mutamento.

Il progetto è sostenuto dalla Regione Sardegna, si avvale della collaborazione dell'Archivio delle Memorie Migranti e Zalab e ha visto coinvolti gruppi di giovani provenienti dalla Guinea, dal Ghana, dalla Costa d'Avorio, dal Senegal, dal Togo e dalla Somalia.

I risultati del primo anno di ricerca sono contenuti nel sito web dedicato www.videopartecipativosardegna.net, una piattaforma audiovisiva dedicata al cinema partecipato dove sono raccolte le esperienze e le produzioni visuali.
Il progetto ha mostrato le grandi potenzialità dell'uso degli strumenti audiovisivi quale mezzo per una comunicazione sociale, un’interessante metodologia che parte dal basso per restituire un ruolo attivo a soggetti che spesso vivono nella marginalità, e che ha prodotto narrazioni filmiche “condivise” raccontando storie di vita e spaccati di società contemporanee.

Nei mesi scorsi il gruppo di ricerca, composto da Stefania Muresu, sociologa visuale, Gabriel Tzeggai, attivista eritreo e membro dell'Archivio Memorie Migranti, il regista Fabian Volti e il fotografo Nanni Angeli, hanno condotto i laboratori di video partecipativo, un’officina delle storie di cinema del reale e insieme un esperienza di produzione cinematografica collettiva che ha prodotto tre documentari. Si è intrapreso un percorso basato sull'utilizzo della camera partecipante e su libere scelte narrative da parte dei giovani autori/protagonisti, che utilizzando il linguaggio del documentario hanno offerto punti di vista inediti per raccontare il mondo con i propri occhi.
Il materiale audiovisivo e i documentari sono raccolti in un DVD, accompagnati dalle musiche di Paolo Angeli.


I FILM
Nako - La Terra
(2016, 30 min.)
Il film racconta di lavoro, di aspirazioni e dei sogni di persone migranti che si trovano in un centro di accoglienza nel centro della Sardegna, Sarule (NU). Il racconto ci collega ad altri paesi e ad altre persone invisibili, alle famiglie bisognose di aiuto, ai figli con cui ci si vuole ricongiungere. Viviamo la loro nostalgia, la sofferenza di una quotidianità caratterizzata da incertezza, sentiamo l’angoscia di vite sospese tra due mondi, il documentario ci coinvolge e ci trascina in questi spazi translocali. Parlando delle proprie storie personali, i protagonisti di Nako ci offrono le biografie di tutti i migranti contemporanei.


Soltanto il Mare
(2011, 49 min.)
Girato a Lampedusa nel corso del 2010, periodo nel quale l’isola aveva smesso di fare notizia, e completato all’inizio del 2011, quando i nuovi sbarchi l’hanno riportata su tutti i media, il film propone lo sguardo incrociato di due realtà che a Lampedusa raramente dialogano tra loro: quella di un migrante, in questo caso Dagmawi Yimer, sbarcato da clandestino sulle coste dell’isola nel 2006 e che a Lampedusa deve la sua stessa vita, e quella degli abitanti di Lampedusa. Se al migrante fresco di sbarco l’isola era apparsa come l’avanguardia del benessere – con i suoi alberghi, le sue barche, i suoi turisti – alla sua videocamera si svela ora piena di problemi; l’aveva immaginata come frontiera del progresso, la ritrova isolata dal mondo, con lo sguardo nostalgico rivolto al passato e una patina fresca di vernice già incrostata di salsedine.


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