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SIEFF 2010

L'assessore Maria Lucia Baire consegna l'attestato a Reinhardt Björn.
I FILM VINCITORI DEL SIEFF 2010

SIEFF 2010 - The Winners

Si è chiusa nella serata di sabato 25 settembre l'edizione 2010 del SIEFF, il Sardinia International Ethnographic Film Festival con la proclamazione dei vincitori delle 4 sezioni in concorso alla conclusione di un’intensa programmazione (49 film da 25 Paesi, per oltre cinquanta ore di proiezione) durata una settimana.

La Giuria ha attribuito il Premio Grazia Deledda a “The Third Violine” del tedesco Reinahrdt Björn.

Queste le motivazioni: Per il ritratto di un isolato paese di montagna in Romania, risultato di un lungo rapporto personale basato sul rispetto reciproco e sull’affezione; tecnicamente compiuto da una troupe formata da una sola persona. L’assenza di commento voice over, e musica esterna, permette di raggiungere un’intensita’ di esperienza rara ai nostri giorni.


Ex aequo per il Premio per il film più innovativo: tra “O Morro da Mangueira Como È” di Carmen Opipari e Sylvie Timbert (Per l’innovazione metodologica ottenuta astraendo dalla mise en scene naturalistica in grado di liberare da un contesto connotato negativamente i bambini protagonisti, cosi’ da fare emergere l’espressivita’ dei loro disegni, del linguaggio del corpo e della loro vitale autoriflessivita’) “Chaiqian (Demolition)” di John Paul Sniadecki (Un’affermazione sull’osservazione etnografica, l’inquadratura e le qualita’ della fotografia digitale, che consentono di penetrare nell’universo di lavoratori immigrati cinesi in un contesto urbano in rapida trasformazione nella citta’ di Chengdu. Lo stile, caratterizzato da un rigoroso sguardo fenomenologico, risulta in una dettagliata etnografia dei sensi).

Altro ex aequo nel Premio per il miglior film di autore sardo. In questa sezione il riconoscimento è stato attribuito a “Cancelli di fumo” di Francesco Bussalai (Per la liberta’ di intrecciare i generi cinematografici al fine di rendere viva la memoria storica collettiva; questo aspetto è raggiunto attraverso una condivisione autoriale tra regista, uno dei protagonisti principali e alcuni membri della comunita’ di ex lavoratori della fabbrica) e a “Arturo torna dal Brasile” di Marco Antonio Pani (Un ritratto ironicamente ricco di un dottore e cineasta dai molti talenti, il quale ha attraversato oceani e culture senza perdere contatto con le proprie radici sarde).

Ancora un ex aequo nel premio per il miglior film prodotto e ambientato in Paesi del Mediterraneo, che va a “Vivre Ici” di Mohamed Zran e a “Arab Essarafa – Au Bas de l’Echelle” di Tarek Ben Ghzaïel.

Ha ricevuto una Menzione speciale il film “17 Augusta” di Alexander Gutman (Per le eccellenti qualita’ cinematografiche, che offrono uno sguardo radicale nella condizione di cattivita’ di un ergastolano russo).

A indicare i migliori film della rassegna è stata la giuria internazionale di esperti composta da Frank Heldemann dell’Università di Monaco, Judith McDougall del Centre for Cross- cultural Research, Australian National University, Antonio Marazzi, dell’Università di Padova e Rossella Ragazzi dell’Università di Tromso in Norvegia.

Alla cerimonia di premiazione hanno partecipato l’assessore regionale alla Cultura e pubblica istruzione Maria Lucia Baire, il Presidente dell’Isre Salvatore Liori, il direttore Paolo Piquereddu e il sindaco di Nuoro Alessandro Bianchi.

Poco prima della proclamazione dei vincitori un numeroso pubblico arrivato da tutte le parti dell’isola ha assistito alla prima “sarda” di Tajabone, film del regista Salvatore Mereu, coprodotto dall’ISRE.

Applauditissimi oltre all’autore i protagonisti della storia diventata una pellicola di successo e premiata al Festival del Cinema di Venezia i ragazzi delle scuole medie di via Schiavazzi e di via Meilogu, di cui una folta rappresentanza accompagnata da insegnanti e genitori ha raggiunto Nuoro.

Nel film di Mereu i ragazzi intessono trame di vita vissuta, raccontano il loro sogni e i loro primi amori e non li sfiora l'ansia del successo ma intuiscono l'importanza del momento per la loro crescita. Sono i primi a meravigliarsi che la loro vita di studenti, figli di immigrati e di adolescenti italiani, le loro ansie, i loro sogni e i loro amori diventino protagonisti di una storia cinematografica. Nasce così Tajabone, non un termine sardo ma senegalese che indica il giorno di una festa musulmana all'interno del Ramadan: la data in cui gli angeli scendono in terra e si occupano di cose buone. <Grazie all’ISRE per il contributo e il sostegno fornito, senza il supporto dell’Istituto non avrei mai potuto realizzare e concludere i miei film>, ha detto Salvatore Mereu, <nei confronti dell’istituto ho una grande riconoscenza e si può dire che c’è stata in questi anni una condivisione di intenti e di vedute. I miei film, infatti, s’inquadravano bene nel focus e nell’attività dell’ISRE che presta attenzione al taglio documentaristico e etnoantopologico>. Si è conclusa così con un successo di pubblico e di autori la XV Rassegna Internazionale di Cinema Etnografico presso l'Auditorium dell'Istituto Superiore Regionale Etnografico, manifestazione di spessore internazionale che si tiene a Nuoro ogni due anni e rappresenta una delle poche occasioni in Italia nelle quali sia possibile assistere alle più significative produzioni internazionali del cinema etnografico. Nell’appuntamento è stato possibile vedere anche i quattro film vincitori del concorso Avisa dello scorso anno indetto dall’ISRE, che premia dei progetti di giovani autori sardi e li finanzia trasformandoli in progetti) più la coproduzione dell’istituto Tajabone.

Pellicole capaci di emozionare con il pubblico in piedi a tributare un lungo applauso agli autori Gianni Tetti per "Un passo dietro l’altro", Fabio Calzia per “Il Re dei poliziotti” e Carolina Melis per "Le fiamme di Nule", ed infine per Elena Morando, autrice de “L’evidente armonia delle cose”.

<Il festival si conferma anche questa volta un evento di grande spessore capace di coniugare la quantità dei film, il crescente numero delle presenze degli spettatori, oltre tremila in cinque giorni, alla qualità delle pellicole provenienti da ben 25 paesi diversi>, ha detto il Presidente dell’ISRE Salvatore Liori, <La Regione con l’ISRE sa di poter disporre un patrimonio di conoscenze e di professionalità importanti capaci di unire tradizione e contemporaneità rafforzando il senso di identità della nostra isola>.


Galleria fotografica
  • Il sindaco di Nuoro Alessandro Bianchi consegna l'attestato alle autrici del film O Morro da Mangueira Como È
  • Carmen Opipari e Sylvie Timbert
  • Il Presidente dell'ISRE Salvatore Liori consegna l'attestato a Francesco Bussalai e Marco Antonio Pani
  • Marco Antonio Pani e Francesco Bussalai
  • La Giuria Internazionale
  • Reinhardt Björn riceve l'attestato dall'Assessore Maria Lucia Baire
  • Reinhardt Björn